CONEROBUS: “È una azienda di famiglia, è parte della nostra identità di anconetani, diamogli nuove possibilità”

Il candidato sindaco Daniele Silvetti incontra i lavoratori 
e i rappresentanti delle sigle sindacali dell’azienda di trasporto locale. 
Presente anche l’assessore regionale ai Trasporti, Goffredo Brandoni

Nessun “sciacallaggio elettorale” sull’ammiraglia delle aziende partecipate del Comune di Ancona, ma la ferma volontà di creare nuovi asset, nuovi ingressi di risorse valutando anche la possibilità “di accorpamento tra Conerobus e Mobilità & Parcheggi”. 

L’atteggiamento propositivo e volto alla soluzione delle problematiche che ormai colpiscono da anni quella “che dobbiamo considerare una azienda di famiglia”, ha detto Silvetti, “è l’unico modo per poter affrontare la questione. Non possiamo e non vogliamo disperdere questo patrimonio, non vogliamo perdere parte della nostra identità, non vogliamo parcellizzare le sue competenze”. 

Ecco perché tra le ipotesi in campo che prioritariamente puntano a recuperare a livello nazionale maggiori risorse rispetto a quelle riconosciute fino ad oggi in base al chilometraggio coperto, c’è appunto quella di poter unire l’azienda di trasporto all’altra che gestisce il sistema dei parcheggi cittadini e che negli ultimi anni ha allargato le sue competenze a diversi settori, come la gestione degli spazi della Mole Vanvitelliana e le ispezioni sugli impianti termici.  

 

“Una azienda in difficoltà non va affossata – dice il candidato sindaco di ‘Ancona Protagonista’, ‘Rinasci Ancona’, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e Udc – ma studiati i suoi conti, individuate le falle e rilanciata con un nuovo piano aziendale. Sono convinto che dovremmo innanzitutto analizzare i costi di Conerobus. Se il consiglio di amministrazione di Contram costa 25mila euro l’anno e quello di Conerobus 130mila, bisogna capirne il perché. Quante sono le consulenze? Sono necessarie? Che tipi di investimenti sono stati fatti?”. 

All’incontro che si è tenuto all’Accademia di Babele lunedì sera era presente anche l’assessore regionale ai Trasporti, Goffredo Brandoni. “La madre di tutte le battaglie – ha spiegato – è sicuramente quella di lottare per un maggiore contributo nazionale a chilometro. Se riuscissimo a passare dagli attuali 2,17 euro a chilometro a 2,50 riusciremo ad ottenere ben 16 milioni di euro in più che quanto meno farebbero andare in pareggio l’azienda. Il mio impegno – ha sottolineato con forza – è quello di ricontrattare questo importo, ce la metterò tutta”. 

Tra i problemi esposti in ordine sparso dai lavoratori, la scarsa presenza di controllori, la sovrapposizione di linee con i trasportatori privati, la cattiva distribuzione dei mezzi anche durante le manifestazioni cittadine, il fermo totale dei filobus, i tempi di percorrenza troppo lunghi per l’utilizzo esclusivo delle corsie preferenziali, il coordinamento tra linea ferroviaria e linea bus. Non per ultimo gli investimenti fatti in progetti che si sono rivelati in poco tempo fallimentari e che pongono una questione di efficacia della attuale governance.